Descrizione
Storia Nardini
Nasce Bortolo Nardini
Figlio di Bortolo Nardini e Maria Maddalena Giacomuzzi, il 25 Maggio 1739 a Segonzano (Tn) nella val di Cembra, nasce Bortolo Nardini. Nel paese dall’antica tradizione enologica, era pratica assai diffusa quella di distillare le vinacce per trarne una fonte di reddito e di sostentamento. All’epoca i distillatori si spostavano di casa in casa, con un alambicco mobile, per distillare “conto terzi” le vinacce derivanti dalla produzione del vino e Bortolo Nardini, intrapreso questo “mestiere”, si spinse fino a Bassano del Grappa.
La prima grappa d’Italia
Spintosi fino a Bassano del Grappa, Bortolo Nardini fu vittima di un incidente che lo costrinse a fermarsi nella città. Durante la convalescenza, ebbe la possibilità di conoscere meglio Bassano e di capirne l’importanza strategica come crocevia commerciale tra la Valsugana e Venezia. Con una precisa visione e con la tenace volontà di trasformarla in realtà, acquista l’Osteria al Ponte, oggi “Grapperia Nardini”, per produrre grappa con un alambicco in pianta stabile e rivenderla. Per la prima volta non era più il distillatore, con il suo alambicco mobile, a recarsi dai contadini per distillare ma i contadini stessi a conferirgli le vinacce per la produzione di grappa. Bortolo chiama la sua grappa “Aquavite di vinaccia”, alla maniera latina senza la “c”, giocando sull’etimologia che la vuole a volte “aqua di vita” altre “aqua della vite”. Nasce la prima grappa d’Italia, la Grappa Nardini.
LA DISTILLAZIONE A VAPORE
Tra la fine del Settecento e il primo Ottocento la distillazione della Grappa Nardini avviene con alambicchi tradizionali a fuoco diretto ed il distillato è conservato in grandi giare di rame tutt’oggi esposte in Grapperia al Ponte. Ma è nel 1860 che la famiglia introduce una grande novità nel processo di distillazione della grappa: l’alambicco a vapore. L’adozione del vapore permise di migliorare notevolmente la qualità della grappa rispetto agli alambicchi a fuoco diretto, permettendo di preservare la qualità delle vinacce senza bruciarle. Oggi è uno dei metodi più utilizzati nell’intera produzione di grappa.
LA GRAPPA RISERVA
La nuova generazione di Nardini: Bortolo, Orazio, Mario, apporta un’importante innovazione: la grappa riserva,“ Invecchiata in botti di rovere al modo del cognac”. Nasce la Grappa Nardini Riserva.
LA Grappa in miscelazione
Fin dai primi anni Duemila, Nardini, guidata dal proprio spirito pioneristico, avvia una collaborazione con i migliori bartender internazionali per promuovere la cultura della grappa in miscelazione. Una nuova modalità di consumo del distillato nazionale, celebrata nel 2006 con la prima pubblicazione di un libro contenente oltre 40 ricette di cocktail a base grappa: “The Grappa Handbook”, scritto da Marcin Miller.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.